Il back stage di Quando Dico Biblioteca

Proprio in questi giorni iniziano le prime attività di Quando dico biblioteca, il percorso di discussione e confronto su ruolo, identità e futuro delle biblioteche di pubblica lettura promosso dal Consorzio Co&So e dalla Cooperativa EDA Servizi con il supporto metodologico di Sociolab dei Comuni coinvolti.
In questi mesi verranno realizzate varie attività fuori e dentro le biblioteche: a utenti e personale potrà capitare di rispondere ad un questionario, essere intervistati o partecipare a gruppi di discussione.

Per capire meglio di cosa si tratta, abbiamo fatto alcune domande alle persone che coordinano la cabina di regia di questo percorso innovativo: Francesca Bottai, consigliere delegato area cultura del Consorzio Co&So; Francesca Caderni, presidente e Lisa Innocenti, responsabile progettazione e sviluppo della cooperativa EDA Servizi e Maria Fabbri di Sociolab.

Fin da piccoli ci insegnano che le biblioteche sono luoghi del silenzio e dello studio dove si va per leggere, non per parlare. Con “Quando dico biblioteca”, invece, si cerca di ascoltare più voci possibili e di accendere la discussione all’interno di questi spazi. Come nasce questa idea?

Nasce dal fatto che da quasi vent’ anni ci occupiamo di gestione di biblioteche di pubblica lettura, piccole e grandi, in centri cittadini e in piccole realtà di paese e/o di quartiere. Abbiamo assistito e ancora oggi stiamo assistendo, al cambiamento di pelle di queste realtà e abbiamo sentito forte l’esigenza di un momento di confronto tra i vari attori che vivono a vario titolo la Biblioteca perché questo cambiamento non sia un percorso “passivo”. Infatti oggi sono tante le sollecitazioni, le nuove esigenze e le nuove identità degli utenti che vivono la Biblioteca e che in qualche modo la “costringono” a dei mutamenti: mutamenti di spazi, di servizi, di capacità professionali. Insieme allora possiamo esplicitare questi cambiamenti e viverli in maniera attiva, cercando forme di innovazione e di miglioramento di un’importantissima istituzione culturale come la Biblioteca. Ecco perché l’idea… vorremmo metterci gli uni davanti agli altri e chiederci cosa penso Quando dico Biblioteca.

Questo percorso si rivolge a operatori, utenti, istituzioni, imprese e associazionismo. Quale ruolo possono avere questi diversi attori nel dibattito? Cosa vi aspettate da questo confronto?

Non abbiamo un’idea precisa del “risultato finale”: non ne conosciamo, né la forma, né il contenuto e credo che proprio questo sia il bello del percorso. Una cosa è certa, vogliamo mettere dentro tutti gli ingredienti perché il piatto finale sia il più nutriente possibile: da lì ciascun attore potrà trarre ciò che meglio desidera.

Quello che ci aspettiamo in ogni caso è che ci sia una rappresentazione il più possibile e condivisa della Biblioteca di domani, anche se nelle sue varie sfaccettature, di modo che i vari interlocutori abbiano un riferimento univoco quando parlano di biblioteca.

Quanto è importante in un percorso su questo tema mantenere una dimensione di area metropolitana della discussione e confrontarsi anche con altre esperienze territoriali?

Il rilievo metropolitano dei tre casi individuati per il focus sull’utenza ma, più in generale, la dimensione non comune-centrica del percorso è un elemento chiave del progetto, così come la creazione e lo stimolo del confronto con altri territori regionali ed extra regionali. Non solo perché immaginare il futuro di un servizio di pubblica utilità rende la comparazione e lo scambio con altre esperienze indispensabili ma anche perché in un’ottica di innovazione e di competitività urbana la messa in rete quanto più possibile estesa, integrata e densa delle opportunità è una risorsa determinante a fini di pianificazione regionale strategica.

Focus Group, OST, Crowdlab: cosa succederà in concreto  nei diversi appuntamenti in calendario?

Il percorso è articolato in tre “capitoli” che si rivolgono in modo specifico a tre diversi ambiti di soggetti in relazione con le biblioteche: utenti che la frequentano e ne accedono ai servizi; professionisti che vi operano all’interno e soggetti attivi della città (amministratori, realtà sociali, culturali ed economiche ma anche singoli cittadini).

Per ciascuno di questi capitoli abbiamo scelto tecniche e strumenti integrati ma distinti, per garantire un ascolto e un coinvolgimento quanto più possibile inclusivi e coerenti.

Nello specifico, tramite i focus group attiveremo la discussione tra i portatori di interesse dei tre territori individuati come casi studio per la parte relativa all’utenza, per stimolare la creazione di opinioni  e il confronto sul ruolo della biblioteca rispetto agli interessi del tessuto economico e sociale della comunità.

L’OST- Open Space Technology , rivolto agli operatori, consentirà di dar vita a laboratori di discussione aperti e informali su aspetti individuati da loro stessi come centrali per rispondere alla macro-domanda “A cosa pensi quando immagini la biblioteca del domani?”, dando spazio ai diversi e competenti punti di vista.

Il Crowdlab rappresenta, infine, l’evento di “uscita pubblica” del percorso: pensato come momento conclusivo del progetto e di dialogo con le diverse anime della città ma al tempo stesso avvio di una fase di concretizzazione dei risultati.

L’obiettivo della mattinata di lavoro sarà quello di “scardinare” le tradizionali situazioni dei convegni, favorendo il networking e stimolando l’attenzione dei partecipanti e la concretezza delle riflessioni. Si tratterà di un confronto tra partecipanti ed esperti, selezionati in base ai focus di interesse emersi durante le precedenti fasi di lavoro, articolato in una serie di sessioni di presentazione, di discussioni in gruppi e di scambi domande e risposte, per conoscere buone pratiche, contaminare le idee e disegnare insieme proposte sul futuro delle biblioteche di pubblica lettura.

Speriamo di essere riusciti a togliere qualche curiosità, ma anche di averne fatte nascere di nuove.

Per rimanere informati e partecipare continuate a seguire il blog e la pagina fb.

La redazione

 

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